Vi è mai capitato di aver finito tutti gli episodi fin ora usciti delle vostre sitcom cartoon preferite, e restare in quel limbo che va dal rewatch di un episodio particolarmente divertente, alla ricerca compulsiva di una new entry nel vostro parco sitcom? Ecco, più o meno è proprio così che ho scoperto BoJack Horseman, la serie originale di Netflix, che mi ha letteralmente catturato.
C’è da dire che all’inizio ero piuttosto scettico, ma il mio scetticismo è stato prontamente spazzato via dopo i primi quattro episodi della serie.
La comicità messa in gioco da BoJack Horseman è irriverente, molto spesso sopra le righe, ma soprattutto non conosce affatto la definizione di politically correct. Un po’ quello che succede in serie quali Family Guy o South Park, per non parlare di F is for Family.
La trama è molto semplice. BoJack è un attore che dopo aver ottenuto il successo grazie a una sitcom negli anni ottanta, intitolata Horsin’ Around, tenta di riacquistare notorietà attraverso la pubblicazione della sua autobiografia, ad aiutarlo ci sarà Diane Nguyen, una ghostwriter fidanzata con una vecchia conoscenza hollywoodiana di BoJack.
Come è prevedibile, la serie ruota tutta intorno a BoJack ed è un evidente critica alla sregolatezza dello show business e alla frivolezza della vita della fauna che popola questo ambiente. La parola fauna non è affatto un caso, visto che la serie non propone il mondo come noi lo conosciamo, infatti l’universo della serie è popolato sia da umani che da animali antropomorfi, infatti BoJack non è altro che un cavallo. Questa particolare caratteristica non abbandonerà mai lo spettatore, non solo attraverso l’impatto visivo, ma anche grazie al continuo uso di battute che implicano la sfera animale e la contrapposizione, e talvolta la comparazione, a quella umana.
Tra i punti di forza della serie c’è sicuramente la componente grafica. I disegni della fumettista statunitense Lisa Hanawalt danno all’universo di BoJack Horseman una spiccata unicità, rendendo la serie piuttosto inconfondibile, rendendola quasi un cult, nonostante le sole due stagioni all’attivo.
Le stagioni sono composte da dodici episodi, l’ultima uscita in Italia lo scorso ottobre. Il successo della serie su Netflix ha fatto sì che la serie venisse rinnovata per una terza stagione che verrà pubblicata nel nostro paese presumibilmente il prossimo 22 Ottobre.
Tra i doppiatori americano spiccano soprattutto i nomi di Will Arnett, Alison Brie e Aaron Paul che interpretano i veri tre protagonisti della serie. Nonostante sia divertentissimo sentire la voce di Paul che interpreta l’accattone e sfigato coinquilino di Bojack (Todd Chavez), c’è da spezzare una lancia a favore del doppiaggio italiano, che grazie alla piattaforma Netflix non è stato affatto stravolto, lasciando intatto l’umorismo originale della serie. Un grande Thumb Up per il doppiaggio itaiano in questo caso, che talvolta, soprattutto per quanto riguarda le sitcom, tende a risultare fastidioso, talora cambiando completamente il fulcro di alcuni sketch.
Nel corso della serie sono presenti anche tantissimi cameo, come per esempio quello di Daniel Radcliffe, Andrew Garfield o Paul McCartney. Divertente soprattutto quello di Beyoncè, anche grazie al doppiaggio di Yvette Nicole Brown. (gli atri cameo sono doppiati dalle stesse guest star).
In conclusione, consiglio vivamente di recuperare le due stagioni che si trovano su Netflix, soprattutto se vi sentite altamente traditi dalle ultime stagione di Family Guy e The Simpsons!